Acuità visiva. Perché è importante misurarla
Acuità visiva...una parola tecnica che spesso nel linguaggio comune viene fraintesa o associata a concetti sbagliati. Tutta la verità la trovi nel nostro articolo!
Un tempo sui velieri che solcavano le onde dell'oceano veniva posto di vedetta uno dei marinai più giovani che non solo fosse più agile ad arrampicarsi in cima all'albero maestro ma che al contempo riuscisse a vedere meglio e più lontano. Un ragazzo dalla vista acuta si direbbe!
Che cosa significa acuità visiva?
Nel linguaggio comune vien fatto di pensare, a proposito di vista acuta, a quella dei rapaci, tant'è vero che abbiamo già utilizzato la metafora dei gufi, parlando del campo visivo. Se sei intressato all'argomento ti consigliamo il nostro post dedicato, cliccando qui.
Tuttavia, in questo caso, un paragone con il mondo animale non sarebbe abbastanza calzante, perché non rende merito al vero significato che il termine ha e che spesso viene confuso. Acuità visiva infatti non significa che l'occhio vede a grandi distanze! Al contrario....
L'acuità visiva, detta anche visus, è la capacità di vedere in modo chiaro e nitido un'immagine, ovvero di distinguerne i singoli dettagli.
Ecco perché è importante controllarla periodicamente dall'ottico e dal medico oculista con una visita specializzata. L'acuità visiva infatti può cambiare nel corso del tempo ed è per questo che nelle nostre offerte è inclusa una Assicurazione della durata di 1 anno in caso si registrino cambi di visus di almeno 0.5 diottrie.
Da cosa dipende l'acuità visiva?
Come avrai già capito l'acuità visiva è una proprietà fondamentale dell'apparato visivo. Volendo essere più precisi è proprio grazie ad essa che vedendo due punti non solo siamo in grado di percepirne l'esistenza, ma anche di capire che sono separati e distinti, individuandone i limiti e i confini nettamente..
Al contempo è senz'altro la proprietà più affascinante perché per vedere un'immagine in modo nitido, entrano in gioco tutte le componenti dell'occhio umano, che, come in un'orchestra, riescono a coordinarsi insieme in una sintonia perfetta, dalla cornea fino alla retina.
Se vuoi saperne di più su come funziona la vista ti consigliamo il nostro articolo, cliccando qui.
Una maggiore o minore acuità visiva dipende dunque da alcuni fattori chiave:
- corretto funzionamento della retina e delle sue componenti
- trasparenza di cornea, corpo vitreo e cristallino
- regolarità nella forma delle parti anatomiche dell'occhio
Un semplice esempio: uno degli elementi più determinanti dell'astigmatismo, è la forma della cornea. Se essa risulta più schiacciata, quasi ovale, il visus del soggetto viene compromesso!
Misurare l'acuità visiva, dunque, è fondamentale per capire se in questo meccanismo ci siano:
- difetti e ametropie: miopia, presbiopia....Scopri qui quali sono i disturbi visivi più comuni
- patologie oculari: cataratta, maculopatie....Scopri qui come curare la cataratta
In sé e per sé, l'acuità visiva non esprime un difetto visivo né la sua entità, tuttavia un valore anomalo nella sua misurazione può essere un campanello d'allarme sulla presenza o meno di un mal funzionamento nel nostro apparato visivo.
Solo un approfondito controllo della vista con misurazione del visus potrà dirci quale sia la lente giusta per correggere un eventuale disturbo visivo e reintegrare l'acuità visiva.
Quali sono i test per misurare l'acuità visiva?
Per capire quali sono gli strumenti a disposizione per la misurazione del visus è importante prima di tutto tener presente che in gergo tecnico si parla di 4 tipi di acuità visiva:
- di visibilità o minimo visibile: capacità di vedere l'oggetto più piccolo sullo sfondo su cui si trova
- di risoluzione o minimo separabile: capacità di distinguere 2 oggetti separati molto vicini fra loro
- di allineamento: capacità di apprezzare la corretta verticalità di una linea
- di ricognizione: capacità di distinguere lettere e simboli o riconoscere un oggetto da pochi tratti
Fra i diversi valori della visita oculistica è compito del medico oculista individuare e controllare tutti i parametri e per far questo vengono impiegati i seguenti test:
- Test di Landolt: fatto di anelli con apertura in alto, in basso, a destra o a sinistra. Il soggetto deve indicare dove vede l'apertura. Viene utilizzato soprattutto con i bambini che ancora non riescono a leggere, ma al posto dei cerchi possono essere impiegati anche altri simboli.
- Test del contrasto: il soggetto deve riuscire a leggere una fila di lettere della stessa dimensione ma con colore diverso, dal nero al grigio che si sfuma sempre di più fino a conforndersi con lo sfondo bianco. Il test serve per definire la capacità della persona di distinguere oggetti sullo sfondo su cui sono collocati.
- Test di Snellen: dal nome del suo inventore vissuto nell'800. È la classica tavola optometrica con tante file di lettere di grandezza descrescente. Se il soggetto riesce a vedere tutte le lettere o i numeri (la famosa espressione avere 10 decimi!), il suo visus è normale. Altrimenti necessita di una correzione.
Il Test di Snellen è senz'altro il più comune e utilizzato. Sulla base della sua analisi, sarà possibile determinare anche la giusta lente necessaria alla correzione di eventuali difetti visivi che inficiano sulla acuità della vista.
Se infatti l'ottico o il medico appurano che la tua acuità visiva non è pari a 10 su 10 e che hai bisogno di un paio di occhiali, verranno riportati sulla tua prescrizione alcuni numeri preceduti dal segno "+" o dal segno "-" . Si tratta delle diottrie, che come scoprirai nel nostro articolo dedicato, indicano il potere di rifrazione di una lente.
Una cosa molto importante da ricordare è che il visus può cambiare nel corso del tempo! Per questo è sempre bene sottoporsi ad un controllo!